GIUSTINIANO E TEODORA: DUE ICONE DELLA MODA NELL’IMPERO BIZANTINO

di Agnese Siervo

Ed eccoci di nuovo qui, per un’altra tappa del nostro entusiasmante viaggio nel mondo della moda! Siete curiosi di sapere come la moda si sta evolvendo nella “Nuova Roma”, meglio conosciuta come Costantinopoli?

Essa divenne, in un primo tempo, un importantissimo centro culturale, successivamente anche punto di riferimento per lo sviluppo della moda. L’abbigliamento si arricchì di influenze orientali. Fondamentale fu
l’introduzione dell’impiego della seta: bozzoli di bachi che, secondo la leggenda narrata dal maestoso storico Procopio, furono portati dalla Cina all’Europa tramite un bastone cavo di due monaci! La produzione della splendida seta e anche l’utilizzo della costosissima porpora, erano controllati da editti imperiali che ne limitavano l’impiego, di conseguenza riservato ai ceti più abbienti e alla corte.

Per quanto riguarda lo stile degli abiti, gli uomini usavano una tunica con le maniche, portata sopra un’altra
tunica interiore, le braghe e la clamide. Quest’ultima, copiata dai Romani alla moda greca, viene rappresentata con un inserto romboidale, il tablion, considerato un simbolo di potere e dignità. Un esempio di questa moda è raffigurato all’interno del mosaico di San Vitale: l’imperatore Giustiniano ne porta uno in porpora e panno aureo, mentre gli uomini intorno ad esso hanno una clamide bianca con tablion purpereo. Per coloro che potevano permetterselo, l’abbigliamento maschile era costituito da una camicia ampia che veniva infilata nei pantaloni che spesso erano aderenti (come i moderni leggings) e sui quali si indossava una comoda tunica. D’inverno si aumentava la protezione dal freddo con un panciotto, in pelliccia animale
o cuoio.

Ricchissimo era anche l’abbigliamento femminile: nel mosaico citato precedentemente, a fronte di Giustiniano, l’imperatrice Teodora indossa anch’essa tunica e clamide ricamata con i Magi in processione.
Teodora si distingue per lo splendore dei suoi gioielli: un grande diadema con perle e gemme, lunghi orecchini e una mantellina anch’essa incastonata di pietre preziose. Le dame che l’affiancano indossano
dalmatiche e mantelli più corti. La dalmatica, ampia tunica lunga fino al ginocchio era spesso ornata da strisce verticali. L’abbigliamento femminile, inoltre, era costituito da un camicione semplice e lungo fino ai
piedi chiamato interula. Sopra l’interula si indossava una tunica senza maniche. Il petto veniva cinto con drappi di mussola o seta, una specie di reggiseno, sotto i quali il vestito cascava dritto fino a terra. Il giro
vita non era considerato un punto da evidenziare e non vi erano vestiti femminili stretti in vita.

L’immagine dell’abbigliamento femminile più ricercato è rappresentato dagli abiti della principessa Teodolinda, considerata la prima ‘top model’. Le immagini che la ritraggono ci raccontano la sua sobria eleganza, fatta di abiti decorati riccamente al giro-collo, sopra i quali veniva indossata la dalmatica o un mantello, spesso realizzato nello stesso tessuto del vestito e i cui lembi erano anch’essi finemente decorati.

Abissale era la differenza degli indumenti dei ceti più bassi rispetto a quelli signorili. Mentre i poveri spesso non avevano né scarpe né un mantello per coprirsi, i signori indossavano abiti serici ricamati in oro e calzature purpuree. Non si trattava soltanto di un’esibizione di status: a quel tempo si riteneva che i re e gli imperatori fossero investiti direttamente dall’autorità divina; non a caso uno degli oggetti che veniva consegnato loro durante l’incoronazione era il globo aureo sovrastato dalla croce, simbolo di potenza benedetta dal cielo.

Si deve ai Bizantini l’introduzione dei broccati, inoltre, con l’invasione di popoli barbari viene imposto decisamente l’uso di abbigliamenti più “moderni” e funzionali, a cominciare dall’uso delle “braghe”, nate
per proteggere dal freddo e dalle lunghe cavalcate e l’uso di vari tipi di casacche.

I secoli successivi furono molto bui, infatti fino al XIII secolo l’abbigliamento resta semplice. Una delle novità più rilevanti è la diffusione dei bottoni che sostituiscono le spille. Si migliorano ampiamente le
tecniche di tintura e di lavorazione dei tessuti. I segni di distinzione delle classi elevate sono prevalentemente dei complementi come cinture, gioielli, fibbie e collane.

“Corteo dell’imperatore Giustiniano e della moglie Teodora” rappresentato dallo sfarzo e dal lusso degli abiti e degli accessori. Attraverso l’aureola e lo sfondo oro, si evidenzia lo spazio irreale e ultraterreno che rappresentava l’autorità imperiale.